Donne, attente all'uomo affetto dalla sindrome di Peter Pan!
La sindrome di Peter
Pan è quella situazione psicologica in cui si trova una persona immatura,
che si rifiuta o è incapace di crescere, di diventare adulta e di assumersi
delle responsabilità.
Le persone
che, durante l’infanzia, sono state poco amate, sviluppano crescendo un
malessere e nell'età adulta avrà difficoltà a gestire i propri sentimenti e
cercherà nella propria compagna l'amore materno. Questo nuovo sentimento però,
può spaventarlo e angosciarlo e solo attraverso il sesso si sentono amate e
sicure.
È un momento
riassicurante, in cui l'uomo-bambino si lascia andare con il rischio di condurre
una vita sessuale sproporzionata e/o incontrollabile. Altri possono diventare
infedeli, nonostante una relazione soddisfacente, al solo scopo di sentirsi
amate e stimate.
Ne “La
favola di Peter Pan e la sindrome di Peter Pan “ di Costanza M.Rosaria,
Peter Pan è i il bambino che si rifugia nell’isola che non c’è perchè ha paura
di crescere e perchè il suo desiderio è quello di dare una “mamma” a tutti i
bambini abbandonati.
Peter Pan è il
simbolo dell’immaturità dell’adulto della sua superficialità,
della sua
paura o incapacità ad assumersi le responsabilità verso sé e verso i propri
figli, rinvia continuamente le scelte importanti, ed è indeciso sul proprio
futuro. Ma queste sue insoddisfazioni e insicurezze, sono mascherate dalla
disinvoltura o dal bisogno di difendere il proprio sé dai doveri
esistenziali,senza riuscire ad intraprendere e conservare nel tempo, rapporti
interpersonali autentici e soddisfacenti...

Essere adulto
significa per lui essere libero e padrone di sé stesso,
della propria
esistenza e dei propri sentimenti.
In genere sono
genitori che non sanno ascoltare i propri figli e sono incapaci di crescerli
perchè ciò richiede tempo e sacrifici anche se si ritengono maestri di
una vita che
non c’è. Guai ad intromettersi e far notare loro che sbagliano, faranno, per
“infantile” ripicca, proprio tutto il contrario.
La loro
personalità li spinge a fingere, mentire, imitare, recitare un
ruolo,
inventare storie straordinarie, idealizzare in positivo le proprie sconfitte,
spesso diventano maestri di se stessi e degli altri, esperti di psicologia e di
socialità.
Chi è affetto
da tale sindrome “è un essere perfetto – scrive
il dott. Roberto Cavaliere – che vive in un suo mondo ideale; è vivace, curioso,
brillante; ha un'inestinguibile sete di novità e di esperienze; è egocentrico,
impaziente, "al di là del bene e del male"; è incapace di fare i conti con la
realtà; è ottimista, impulsivo, incostante. Vive in un mondo che non esiste,
l'Isola che non c'è, e non ha nessuna intenzione di abbandonarla.
Si sente perfetto, un Dio a cui tutto è dovuto, e
davanti a cui il mondo s'inchina ammirato.
Le banalità quotidiane, le difficoltà della vita gli
scivolano addosso, si sente speciale, superiore, vive nel
futuro,nell'immaginario.
Se vuole qualcosa, lo vuole subito, anche a livello
sentimentale scappa da un'avventura all'altra, imprendibile, sfuggente, sempre
altrove.
si protegge dalla vita, con tutte le pene che questa
comporta, con una patina di giocosità.
Gli uomini affetti dalla "sindrome di Peter Pan"
vogliono che la compagna faccia loro da mamma, che li comprenda e che ceda
sempre ai loro capricci, proprio come fa Wendy, sempre pronta ad
assecondarlo.
Molto spesso questi uomini non riescono a stare senza
la loro Wendy ma allo stesso tempo hanno il terrore dei legami e come Peter
vogliono solo continuare a divertirsi”.
Per questi
soggetti esiste solo l’amicizia da cui possono trarre benefici, non esiste il
sacrificio della donazione. Dunque egoismo e narcisismo sono le
manifestazioni primarie di coloro che sono affetti datale sindrome.
Le persone che
non vogliono crescere e non vogliono essere coinvolti più di tanto nelle
situazioni in cui vivono, con sempre più frequenza vanno a ricercare la loro
felicità idealizzata (quella sessuale) nei luoghi virtuali e su internet. Questi
siti danno sicurezza e si può comprendere visto che il fine sessuale, si
realizza più velocemente che negli incontri “tradizionali”, ma crederci e
volerci costruire storie serie è veramente pietoso.

Una immaturità
che provoca screzi fra i coniugi, fa mettere in primo piano le diversità e non
l’armonia di due esistenze, alimenta la convinzione che la famiglia opprime e
non permette di valorizzare le proprie libertà e le proprie possibilità.
Ogni impegno
viene preso come una costrizione inaccettabile e da qui l’intolleranza, il
desiderio della fuga e il tradimento.
Due nuove
identità si accavallano nella stessa persona: al nuovo partner si mostra un
volto che in realtà non esiste e che, nel tempo, porterà a nuove fughe o
all’accettazione di una nuova realtà peggiore della precedente, visto che
l'individuo é ormai consapevole della propria incapacità di assumersi le sue
responsabilità.
“Significativi
sono questi voli della fantasia perché sono tipici di persone che inseguono le
proprie ombre e cercano di attutire i richiami della coscienza. Costoro non sono
in grado di far maturare il fanciullino che c'è in ciascuno di noi senza per
questo cancellarlo, proprio come sostiene il "piccolo principe", ricordandoci di
non dimenticare di essere stati fanciulli, ma che ciò non deve finire per
costituire una gabbia esistenziale”.
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