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martedì 27 marzo 2012

Come comincia una storia di stalking 2


Ma come in ogni “favola” moderna che si rispetti si trasformò in thriller in un battito di ciglia. All’inizio tante telefonate e tante attenzioni ti fanno pensare che questa persona tenga molto a te e quindi ti fa anche molto piacere, rendendoti fiera di tante attenzioni nei tuoi riguardi, che ti fanno sentire importante. Poi si degenerò con continue telefonate, di controllo, ogni 10/15 minuti, al telefono di casa. Ma ancora non mi rendevo conto, giustificavo ancora il tutto dicendomi che era causa di troppo amore…e allora…che felicità!!! Le tranquille uscite, preferibilmente da soli, sempre meno propenso ad uscire con altri amici, cominciarono a diventare uscite insopportabili, perché ogni volta che si usciva era un continuo interrogatorio. Sulle mie storie passate, chiedendomi addirittura il come e il quando di ogni relazione, e alla fine di ogni racconto seguivano umiliazioni verbali e atteggiamenti violenti. Tanto che arrivai ad evitare le sue insistenti domande ma questo provocò ancora più foga in lui, che spinto dalla curiosità, pensando che il mio tacere fosse sintomo di colpevolezza continuò a svolgere i suoi interrogatori con ancora più foga…mi portava in luoghi bui ed appartati, così spalle al muro cominciava con le sue domande condite da innumerevoli bugie per cogliermi in fallo, facendomi credere che “qualcuno gli aveva raccontato…”. Se mi rifiutavo di parlare lui si arrabbiava e se rispondevo alle sue domande lui andava su tutte le furie…non avevo via di scampo qualsiasi strada io scegliessi. Momenti di rabbia immensa, in cui io piangevo e mi disperavo e lui mi guardava con i suoi occhi spietati, ma questi momenti erano seguiti da altri di estrema calma e dolcezza. Momenti, questi ultimi, nei quali mi chiedeva scusa, spiegandomi che tutta questa sua rabbia era dovuta al suo infinito amore nei miei riguardi. Ed io povera ingenua gli credevo. Qualsiasi cosa avesse detto io gli avrei creduto. Non avrei creduto ai miei occhi né alle miei orecchie….ma a lui si!!! Tante furono le persone care che in quel periodo vedendomi così sofferente mi dispensarono buoni consigli, cercarono di aprirmi gli occhi su questa persona, mi raccontarono anche che quando lasciava me a casa lo vedevano nei locali alla moda in compagnia di altre donne, trovai in merito anche diverse prove nella sua auto e nel suo telefono, così sempre gelosamente da lui custodito, non potevo permettermi di toccarlo, mentre il mio era sempre in mano sua per i controlli di rito. Ma nonostante tutto questo io continuavo a credere sempre e solo a lui. Lui era geloso anche delle mie amicizie, in realtà la sua era solo paura che qualcuno potesse aprirmi gli occhi e raccontarmi cosa combinasse in giro. Con svariate bugie e meschinità riuscì a far allontanare tutti da me, parlando male di me, gettandomi fango in ogni modo, e al contrario a me raccontava male di loro. Una mente diabolica ma estremamente credibile, anzi…convincente. Il buono sembrava sempre lui…io ero additata da tutti come la “musona”. Quando dopo un tremendo litigio ci si recava in un posto mi intimava di levarmi quell’aria triste ed affranta dal volto per non farlo arrabbiare, lui invece come se niente fosse accaduto entrava nei posti sfoderando il migliore dei suoi sorrisi. Attore come pochi!!! Minacciai più volte di lasciarlo ma ogni volta, secondo un preciso copione, lui diventava all’improvviso buono, chiedendomi scusa, giustificandosi perché troppo innamorato e quando non riusciva a convincermi da solo, chiedeva aiuto a qualche amico o parente che mandava da me, recitando sempre lo stesso copione….”perdonalo, lui ti ama tanto, l’ho visto piangere, davvero stava malissimo…etc.”. così arrivavo a sentirmi in colpa sempre io, come se fossi io la cattiva, senza cuore...purtroppo era troppo più bravo lui a mentire di quanto non lo fossi io a dire la verità!
E ti senti sola! credi che nessuno possa aiutarti, perchè non vorresti far male a nessuno con il tuo segreto! Allo stesso tempo inconsciamnete ancora lo proteggi!!!

lunedì 26 marzo 2012

Come realizzare una borsetta da un vecchio maglione in 5 mosse

borsetta_maglione
Basta un piccolo errore di lavaggio, magari una distrazione, ed ecco che quel maglione a cui tanto tenevate, è diventato giusto giusto della misura adatta alla vostra vecchia bambola. Anche se la tentazione, prese da un attacco di rabbia, di buttarlo via, è forte, pensate invece a quanti altri usi potreste farne.
Se avete un cagnolino di piccola taglia ad esempio potreste realizzare un vestito invernale per tenerlo al caldo, oppure potreste creare un cuscino per farlo accoccolare. Se invece volete farne qualcosa per voi, potreste optare per dei caldi stivali in feltro oppure originali pantofole. In alternativa ecco un’idea per trasformare il maglione infeltrito (ma anche un vecchio maglione da infeltrire) in una graziosa borsetta di lana cotta da sfoggiare durante i cocktail e i party della fredda stagione invernale.

Cosa vi occorre
  • 1 maglione di lana infeltrito
  • 1 paio di forbici
  • 1 ago
  • filo
  • 1 metro da sarta ( 1 righello)
  • spilli
  • manici di una vecchia borsa
Optional
  • 1 macchina da cucire
  • 1 taglia e cuci
E ora procediamo a piccoli passi

1. Step: Tagliare

maglione_tagliato
Certamente questo passo è il più difficile da fare per chi, non si è ancora rassegnata che ormai il maglione a cui tanto teneva..è andato. Dunque fate un bel respiro e tagliate, all’altezza della maniche.

2. Step: Cucire il fondo

maglione_cucito
Ora che avete ottenuto due pezzi dal vostro maglione, prendendo la parte inferiore, ovvero quella senza maniche, cucitene le due estremità con la macchina da cucire, con la taglia e cuci o semplicemente a mano.
Per dare più capienza alla vostra borsetta, è possibile ripiegare uno dei lembi esterni (dal lato interno) di 90°, e cucire (come illustrato nella figura). Così da renderla leggermente più ampia. Ripetete l’operazione anche per l’altro lembo.

3. Step: Bordo superiore

maglione_bordo
Potreste lasciare la parte superiore anche semplicemente con un bordo grezzo non rifinito, ma nel caso vogliate fare un lavoro ad hoc, rigirate all’interno la parte alta della borsa creando un bordino di circa 1cm. Una volta che la cucitura in alto è stato completata, tagliate il tessuto in eccesso.

4. Step: Fiocco

maglione_fiocco
Per realizzare un bel fiocco da apporre sul davanti della borsa, prendete le misure della larghezza e utilizzando le maniche, tagliate il tessuto che vi occorre, scegliendo la fantasia che più vi piace.
Ora cucite l’estremità di ogni pezzo ricavato, e unite tra loro le due restanti aperte.. Utilizzando un altro pezzo di stoffa, ritagliate un lembo della lunghezza e larghezza necessari per chiudere il fiocco.
Per completare il lavoro, ritagliate dei pezzi di tessuto leggermente più stretti dei due lembi del fiocco, e dopo averli rifiniti con un bordo, applicateli sotto il fiocco stesso.
5. Step: Manici
maglione_manici
Ora è arrivato il momento di applicare i manici.
Tagliate due pezzi di stoffa di circa 6,5cmX4cm per fissare i manici alla borsa. Misurate esattamente il centro e posizionate il primo ritaglio. Inserite il manico e cucite per tenerlo fermo. La stessa operazione va ripetuta per l’altro lato della borsa.
Ed ecco pronta la vostra splendida borsetta invernale.
maglione_borsetta
Ovviamente potete personalizzarla a vostra piacere, e magari al posto del fiocco aggiungere altre creazioni oppure toppe di fantasie e tessuti diversi, spillette, strass, paillettes, nastri ecc. insomma usate la vostra fantasia e soprattutto, divertitevi!

sabato 24 marzo 2012

Come comincia una storia (la mia) di stalking!!!



Meraviglioso pomeriggio di primavera, il sole splendeva ancora alto alle 14,00 del pomeriggio, mentre mi recavo a scuola. Spensierata camminavo verso scuola quando ad un tratto mi si affianca una macchina con due ragazzi a bordo…pensai “i soliti idioti” Mi seguirono per un breve tratto cercando di fermarmi, ma io imperterrita continuavo a camminare non curandomi di loro e delle loro avances Uno dei due scese dell’auto e cominciò a camminare a piedi accanto a me Dopo innumerevoli insistenze per cercare di sapere il mio nome centrò il bersaglio… con un gioco di indovinelli mi disse: “scommetto che ti chiami Paola!” Rimasi sbigottita, e questo fu il segno del destino…o meglio “segnò il mio destino”! Mi fermai e lo degnai finalmente di uno sguardo, cominciando a fidarmi di lui. Un bel ragazzo, viso pulito, abbigliamento curato, distinto, un bel sorriso! Mi offrì un passaggio per il breve tratto di starda che rimaneva da fare sino a scuola, e fu così che mi lasciò il suo numero di telefono…dicendomi che non mi chiedeva il mio così che io potessi fidarmi di lui e mi sentissi libera di chiamarlo quando l’avrei desiderato. Mi disse che era uno sportivo e che in quei giorni sarebbe partito per una competizione ed al suo rientro se avessi voluto avrei potuto chiamarlo per incontrarci ed andare a prendere una cosa da bere insieme. Così come promesso mi lasciò davanti scuola ed andò via. Questo al quanto anomalo approccio mi diede molto da pensare nei giorni a venire. La sua educazione, il suo essere così distinto e il curioso scatch da indovino mi fecero pensare a lui davvero tanto in quei giorni, sino a quando mi decisi a telefonargli. Inizialmente impacciata, lui mi mise subito a mio agio, ostentava una grande sicurezza. Fu così che arrivò il primo appuntamento…scesi da casa e lui mi aprì addirittura lo sportello della macchina. Roba che avevo visto fare solo nei film. La serata procedette molto tranquillamente e non provò nemmeno a mettermi le mani addosso!!! Neanche un bacio!!! Tornai a casa davvero rapita da questo modo di fare, questa correttezza. Entusiasta ne parlai con amiche e parenti, che mi dicevano che finalmente avevo trovato una persona “come si deve”. Ed io ero al settimo cielo! Una sera ricordo che mi portò a casa dei suoi parenti, che lui tanto decantava come una famiglia altolocata, con tanto di “palazzi con piscina, aziende di proprietà, macchinoni, etc”. ero al settimo cielo, tutto questo accadeva proprio a me??? Io che non avevo una grande autostima mi sentivo fortunata, una sorta di cenerentola dei giorni nostri. Ma presto mi resi conto che…….

martedì 20 marzo 2012

Sindrome di Peter Pan

Donne, attente all'uomo affetto dalla sindrome di Peter Pan!

La sindrome di Peter Pan è quella situazione psicologica in cui si trova una persona immatura, che si rifiuta o è incapace di crescere, di diventare adulta e di assumersi delle responsabilità.
Le persone che, durante l’infanzia, sono state poco amate, sviluppano crescendo un malessere e nell'età adulta avrà difficoltà a gestire i propri sentimenti e cercherà nella propria compagna l'amore materno. Questo nuovo sentimento però, può spaventarlo e angosciarlo e solo attraverso il sesso si sentono amate e sicure.
È un momento riassicurante, in cui l'uomo-bambino si lascia andare con il rischio di condurre una vita sessuale sproporzionata e/o incontrollabile. Altri possono diventare infedeli, nonostante una relazione soddisfacente, al solo scopo di sentirsi amate e stimate.
Ne “La favola di Peter Pan e la sindrome di Peter Pan “ di Costanza M.Rosaria, Peter Pan è i il bambino che si rifugia nell’isola che non c’è perchè ha paura di crescere e perchè il suo desiderio è quello di dare una “mamma” a tutti i bambini abbandonati.
Peter Pan è il simbolo dell’immaturità dell’adulto della sua superficialità,
della sua paura o incapacità ad assumersi le responsabilità verso sé e verso i propri figli, rinvia continuamente le scelte importanti, ed è indeciso sul proprio futuro. Ma queste sue insoddisfazioni e insicurezze, sono mascherate dalla disinvoltura o dal bisogno di difendere il proprio sé dai doveri esistenziali,senza riuscire ad intraprendere e conservare nel tempo, rapporti interpersonali autentici e soddisfacenti...


 
...Il trauma affettivo subito nell'infanzia agisce sulla psiche che si ripiega in modo involutivo su se stessa cercando di colmare quel vuoto di emozioni, attraverso un narcisismo deleterio.
Essere adulto significa per lui essere libero e padrone di sé stesso,
della propria esistenza e dei propri sentimenti.
In genere sono genitori che non sanno ascoltare i propri figli e sono incapaci di crescerli perchè ciò richiede tempo e sacrifici anche se si ritengono maestri di
una vita che non c’è. Guai ad intromettersi e far notare loro che sbagliano, faranno, per “infantile” ripicca, proprio tutto il contrario.
La loro personalità li spinge a fingere, mentire, imitare, recitare un
ruolo, inventare storie straordinarie, idealizzare in positivo le proprie sconfitte, spesso diventano maestri di se stessi e degli altri, esperti di psicologia e di socialità.
Chi è affetto da tale sindrome “è un essere perfetto – scrive il dott. Roberto Cavaliere – che vive in un suo mondo ideale; è vivace, curioso, brillante; ha un'inestinguibile sete di novità e di esperienze; è egocentrico, impaziente, "al di là del bene e del male"; è incapace di fare i conti con la realtà; è ottimista, impulsivo, incostante. Vive in un mondo che non esiste, l'Isola che non c'è, e non ha nessuna intenzione di abbandonarla.
Si sente perfetto, un Dio a cui tutto è dovuto, e davanti a cui il mondo s'inchina ammirato.
Le banalità quotidiane, le difficoltà della vita gli scivolano addosso, si sente speciale, superiore, vive nel futuro,nell'immaginario.
Se vuole qualcosa, lo vuole subito, anche a livello sentimentale scappa da un'avventura all'altra, imprendibile, sfuggente, sempre altrove.
si protegge dalla vita, con tutte le pene che questa comporta, con una patina di giocosità.
Gli uomini affetti dalla "sindrome di Peter Pan" vogliono che la compagna faccia loro da mamma, che li comprenda e che ceda sempre ai loro capricci, proprio come fa Wendy, sempre pronta ad assecondarlo.
Molto spesso questi uomini non riescono a stare senza la loro Wendy ma allo stesso tempo hanno il terrore dei legami e come Peter vogliono solo continuare a divertirsi”.
Per questi soggetti esiste solo l’amicizia da cui possono trarre benefici, non esiste il sacrificio della donazione. Dunque egoismo e narcisismo sono le manifestazioni primarie di coloro che sono affetti datale sindrome.
Le persone che non vogliono crescere e non vogliono essere coinvolti più di tanto nelle situazioni in cui vivono, con sempre più frequenza vanno a ricercare la loro felicità idealizzata (quella sessuale) nei luoghi virtuali e su internet. Questi siti danno sicurezza e si può comprendere visto che il fine sessuale, si realizza più velocemente che negli incontri “tradizionali”, ma crederci e volerci costruire storie serie è veramente pietoso.
La S.P.P. può essere la causa di numerose separazioni. La vita di coppia e familiare richiede tante rinunce e impegna la persona a darsi delle regole, a rispettare quelle dell’altro, ad assumersi delle responsabilità verso il partner e verso i figli.
Una immaturità che provoca screzi fra i coniugi, fa mettere in primo piano le diversità e non l’armonia di due esistenze, alimenta la convinzione che la famiglia opprime e non permette di valorizzare le proprie libertà e le proprie possibilità.
Ogni impegno viene preso come una costrizione inaccettabile e da qui l’intolleranza, il desiderio della fuga e il tradimento.
Due nuove identità si accavallano nella stessa persona: al nuovo partner si mostra un volto che in realtà non esiste e che, nel tempo, porterà a nuove fughe o all’accettazione di una nuova realtà peggiore della precedente, visto che l'individuo é ormai consapevole della propria incapacità di assumersi le sue responsabilità.
“Significativi sono questi voli della fantasia perché sono tipici di persone che inseguono le proprie ombre e cercano di attutire i richiami della coscienza. Costoro non sono in grado di far maturare il fanciullino che c'è in ciascuno di noi senza per questo cancellarlo, proprio come sostiene il "piccolo principe", ricordandoci di non dimenticare di essere stati fanciulli, ma che ciò non deve finire per costituire una gabbia esistenziale”.

Rapporto padre-figlio

L'IMPORTANZA DELLA FIGURA PATERNA NELLO SVILUPPO EVOLUTIVO DEL BAMBINO


Molti uomini, anche se diventati adulti, risentono dell’assenza della figura paterna che è venuta loro a mancare durante l’ infanzia e l’ adolescenza, vivono sempre la triste sensazione di un grande vuoto difficile da colmare. L’assenza paterna ha loro negato la capacità di diventare individui indipendenti sottraendogli gli strumenti necessari per affrontare la vita e la realtà esterna. La presenza paterna nel figlio maschio offre un modello diverso da quello protettivo offerto dalla madre e solo la presa di coscienza di questi due modelli affettivi permette al bambino di crescere armonicamente.

Erich Fromm psicologo e sociologo tedesco, sosteneva che l’amore del padre è diverso da quello della madre; infatti, mentre lei è chiamata ad offrire un amore “incondizionato” che deve rassicurare il figlio dandogli la sensazione di essere accolto nella vita e dentro essa; il padre deve invece assicurare un amore “condizionato” che deve dare al figlio gli strumenti per conquistare ciò che vorrà nel mondo mettendo in atto comportamenti efficaci anche di fronte alle difficoltà che la vita preserva.

Il figlio maschio dovrà identificarsi con la figura paterna e per fare ciò, avrà bisogno di riconoscere in lui qualità e capacità che lo stimolino ad entrare nel mondo degli uomini. Tra padre e figlio sarà fondamentale lo stare insieme. E’ attraverso “gioco” che il padre contribuisce alla creazione di un rapporto stabile con il figlio, stimolando l’esplorazione e la capacità di affrontare e risolvere i problemi. Attraverso il suo modello il bambino impara a gestire le proprie emozioni e a procrastinare gli impulsi, impara le regole e la disciplina, acquisisce stabilità affettiva e sicurezza.

Il padre è il modello fondamentale della propria identità sessuale. Quando un figlio vive una grande delusione o idealizzazione nei riguardi del padre, possono sorgere dei veri e propri disturbi di personalità Se il padre si manifesta competitivo e aggressivo blocca la personalità del figlio impedendogli di strutturarsi armonicamente. Di fronte ad un atteggiamento del genere il bambino non riesce ad integrare le emozioni violente che sente dentro di sé e vive un profondo stato d’ impotenza. Il figlio tenderà a compensare l’assenza del padre idealizzandolo in maniera spropositata. Ciò creerà un’immagine non veritiera che potrà causare non pochi problemi. Concludendo nel figlio maschio in cui la figura paterna è stata assente, si riscontrerà una maggiore difficoltà nel costruire la propria identità e la propria autoaffermazione.

L’assenza del padre determinerà invece nella figlia una difficoltà nell’instaurare rapporti affettivi. Il padre concorre in diversi modi alla formazione della personalità della figlia; in primo luogo fornendo un’immagine di “differenza” che aiuta i l processo di differenziazione dalla madre, fondamentale per potersi rapportare con persone dell’altro sesso. Per questo, quando ci sono difficoltà nel rapporto padre- figlia il problema che può derivare è di tipo relazionale e sarà proprio con gli uomini della sua vita che interferirà l’immagine interiorizzata del padre. Il passaggio della " fase edipica" è molto delicato ed è proprio in questo periodo che il padre dovrebbe trovare il giusto equilibrio tra distanza e vicinanza. Nel primo caso si rischia di creare una certa difficoltà e timore n el rapportarsi con gli uomini, nel secondo caso l’eccessivo coinvolgimento impedirebbe di vivere la relazione con altri uomini in modo libero, in quanto l’immagine idealizzata del padre risulterà sempre vincente. Sarà importante dunque l’apprezzamento nei confronta della figlia senza peraltro concedere troppa intimità per evitare “fissazioni” sulla sua figura, orientando la libido della bambina sul mondo esterno. La ragazzina deve avere sempre chiara la differenza tra femminile e maschile ed il padre dovrebbe aiutare la figlia a "staccarsi" da lui per aiutarla a conquistare l'autonomia ed a facilitare le future relazioni affettive e sessuali. Di conseguenza sarà fondamentale la presenza della figura materna che rappresenterà per la figlia un modello di riferimento onde evitare che si identifichi nel padre. Ciò causerebbe una situazione molto difficile che minerebbe la sua struttura interna e la sua capacità di relazionarsi con l’altro sesso.

IMMATURI!!!



La persona immatura risulta essere divisa in se stessa, in quanto vive una condizione di distonia, di disarmonia relazionale in base all’esperienza maturata nell’ambito familiare enfatizzando nel rapporto con gli altri o il potere egocentrico personale o l’autocompassione.
La persona con una profonda immaturità psico-affettiva, nel contatto sociale, mostra una incapacità alla sincerità, alla relazionalità, a intrattenere rapporti autentici con gli altri. Tende a fare gruppo con quelli nella sua condizione, cioè alla ricerca di una identità e di consenso, approvazione, commiserazione. Sostanzialmente si tratta di una situazione di infantilismo, che si maschera, molte volte, con l’autoritarismo, con il disprezzo verso gli altri, con una fermezza disumana, insensibile, con un’intransigenza tesa a fare giustizia, perché la prima ingiustizia è stata subita nell’ambito familiare sul piano affettivo. Incapacità di perdonare, di ricominciare sempre per un’esperienza familiare in cui non si è sperimentato il perdono, la riconciliazione come possibilità di ricostruire i rapporti incrinati per la fragilità umana.

giovedì 15 marzo 2012

STOP!!!

Non si rassegnava ad essere stato lasciato dalla sua ex compagna e l’ha perseguitata per mesi, fino a “rapirla” da una discoteca, picchiarla e morderla su una guancia. Arrestato. L’accusa: stalking.
Donne, ancora donne, sempre donne al centro della maggior parte dei casi di violenza: fisica e psicologica. In proporzioni spaventose rispetto agli uomini: 90% contro il 10 riservato all’altro sesso.
Non vorremmo esserci al centro di questi casi, non vorremmo “godere” di questo primato, di questo schiacciante risultato. Un risultato che ci vede saldamente al primo posto per ogni tipo di violenza che subiamo.
Lo stalking è un reato introdotto nel codice penale solo recentemente (dal febbraio del 2009) che prevede la possibilità di denunciare il proprio persecutore, in genere ex fidanzati, ex compagni, ex mariti, ex amanti.
Tutte le storie iniziano sotto i migliori auspici, ma è il tempo, quello soltanto che documenterà l’esattezza di quanto di vero ci fosse nelle parole, nei comportamenti, negli atteggiamenti dell’altro. Solo il tempo potrà dire quanto quella persona fosse come sembrava o bluffasse con lo scopo preciso noto solo alle sue meningi.
Non siamo perfetti e una storia che inizia può e, in alcuni casi deve, finire. Almeno lì ci si aspetta un po’ di chiarezza. Non rari invece i casi di uomini che vivono dentro una melma che li pervade in ogni piega della pelle e – come alcuni animali – ci si crogiolano dentro, abituandosi a vivere nella menzogna che distribuiscono a piene mani. Infine, dopo tutto, non sopportano neanche una qualunque forma di reazione.
Continuano a immaginare di far pagare alla propria ex quel qualcosa che proprio non è andata giù. Leggo di un uomo che ha spedito ad una sua ex 1770 sms, 38 in due ore. Persone che si introducono nei garage di casa, che chiamano al telefono e poi riattaccano, che usano comportamenti esasperanti.
C’è un numero, il 15 22 che potrebbe essere d’aiuto per non dover ancora subire, per non permettere a certi uomini (ma si possono chiamare così?) di fare la nostra vita a pezzetti. Comunque saranno gravi i contraccolpi per le vittime di questo odioso reato ed è per questo che prima possibile bisognerà correre ai ripari: denunciando. La pena è un sentimento che queste persone non solo non meritano, ma rischia che venga scambiata per debolezza: proprio quella che non devono mai ipotizzare per avallare sin troppo i loro contorti ragionamenti.

Cominciamo a progettare le nostre vacanze estive


L'estate è alle porte e cominciamo a sfogliare depliant e siti di vacanze da sogno. Scegliamo la meta che più ci aggrada. Ma non dimentichiamoci di chi ci ha sempre amato incondizionatamente!!! Ci sono tantissimi siti internet da cui attingere per organizzare vacanze nelle quali includere i nostri fidati amici, migliaia di strutture ricettive che accolgono anche loro, un esempio http://www.vacanzeanimali.it/, ma come questo tantissimi altri!!! Sono parte della famiglia, darebbero la vita per noi, non lasciamoli soli!!!
                                    




Quando il cucciolo arriva in casa




Abitare con gli animali domestici come cani o gatti, ci fa sentire meno soli e più amati. Chi ha in casa un amico a quattro zampe sa bene quanto e quale affetto regali ogni giorno.
Ma occuparsi di un cane o di un gatto è una scelta impegnativa. Un animale non è un passatempo contro la noia e la solitudine, ma un compagno bisognoso di cure e attenzioni. Perciò, quando un cucciolo arriva in casa è fondamentale portarlo subito dal veterinario per accertarne le condizioni fisiche e provvedere alle adeguate vaccinazioni. Ecco a cosa fare attenzione.
Adottare un cane
Quando in casa arriva un cane, la prima cosa da fare è abituarlo a non sporcare, portandolo fuori in orari regolari. Fino a quando non sarà terminato il periodo delle vaccinazioni, è meglio evitare la vicinanza con altri cani e stare attenti che non mangi niente per strada. Inoltre è importante nutrirlo in modo adeguato: il cane deve mangiare tutti i giorni una quantità di cibo proporzionata alla taglia e all’età. Va lavarto con specifici prodotti antiodore, accertandosi che non abbia le zecche o le pulci, che di solito si attaccano sul collo, sulla testa e dietro le orecchie. Per prevenirle è consigliabile mettergli un collare antiparassitario. Ricordiamoci inoltre che è obbligatorio iscrivere il nostro amico a quattro zampe all’anagrafe canina gestita dalla Asl di zona, la quale in seguito provvederà a tatuare l’animale. Il tatuaggio, obbligatorio per legge, è un segno di riconoscimento indispensabile per l’identificazione del padrone soprattutto nei casi di smarrimento.
Adottare un gatto
Se si decide di prendere un gatto, invece, non c’è bisogno di fargli il bagno, peché provvede da sé. Dobbiamo invece preparare una cassettina per i suoi bisogni e una cesta dove possa dormire. Se abitiamo in un appartamento, lasciamogli a disposizione, su un balcone, una ciotola con acqua fresca, un vaso con erba gatta e la cassetta per i bisogni. Per quanto riguarda l’alimentazione, i gatti sono carnivori e hanno un bisogno limitato di altri cibi. È molto utile tenere, in un angolo della casa, uno zerbino, dove il gatto possa affilarsi le unghie, senza rovinare tende e divani.
Le regole igieniche di base
La presenza di un animale domestico nella propria abitazione impone alcune regole igieniche, necessarie per proteggerci dalle infezioni che potrebbe trasmetterci. Ricordiamoci che sia i cani, sia i gatti, vanno spazzolati regolarmente, per impedire che i loro peli si spargano per casa. Tutto quello che l’animale tocca deve essere lavato regolarmente: le lettiere, le ciotole dell’acqua e del cibo. La biancheria utilizzata per loro non deve essere lavata insieme a quelal delal famiglia umana. I pavimenti delle stanze dove gli animali hanno accesso vanno disinfettati e puliti regolarmente.

Se in casa ci sono dei bambini, bisogna raccomandare loro di non baciare o lasciarsi leccare dall’amico a quattro zampe, né di portare le mani alla bocca dopo averlo toccato. Infatti il pelo degli animali, la saliva, le unghie, possono essere contaminati da germi.
Ma per quanto riguarda i gatti, bisogna distinguere: quelli che non escono mai di casa presentano un rischio di infezioni molto limitato.
Problemi col condominio?
Chi ha scelto di adottare un animale e vive in un appartamento deve spesso affrontare il problema dei regolamenti condominiali. È bene sapere che nessun regolamento può impedire di tenere cani, gatti o altri animali domestici in casa propria. Le norme condominiali disciplinano solo la tenuta degli stessi nelle parti comuni, nelle quali possono esserci restrizioni, in particolare se gli animali sono fonte di danni e disturbo per gli altri condomini.
Per vietare eventualmente la tenuta di animali all'interno delle aree private, occorre una delibera adottata all'unanimità, oppure che tale divieto sia contenuto in un regolamento contrattuale. Si tratterebbe, infatti, di imporre un vincolo al libero esercizio del diritto di proprietà dei condomini, poiché gli animali, per la legge italiana, sono considerati "beni", e dunque tutelati in quanto parte del patrimonio personale.

La normativa sugli animali domestici


La normativa che regola l’universo animale è davvero nutrita e riguarda non solo i diritti dei piccoli amici domestici ma anche i doveri dei loro padroni. Ecco di seguito una panoramica delle principali leggi ed ordinanze in materia.
  • Legge 29 luglio 2010, n. 120, che ha introdotto modifiche al Codice della strada, tra cui le sanzioni per chi non si ferma a prestare soccorso ad un animale domestico investito.
  • Ordinanza del 3 marzo 2009, "Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani", emanata dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali: responsabilità civile e penale dei proprietari ed eliminazione della lista delle razze pericolose.
  • Ordinanza del 13 gennaio 2007, "Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione di cani", emanata dal Ministero della salute: obbligo di museruola o guinzaglio per i cani.
  • Ordinanza del 27 agosto 2004, "Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressività di cani", emanata dal Ministero della salute in seguito ai numerosi attacchi verificatesi durante l’estate 2004 da parte di alcuni pitt bull.
  • Legge numero 189 del 20 luglio 2004, "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate".
  • Accordo del 6 febbraio 2003 tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy;
  • Ordinanza del 24 dicembre 2002 relativa alle pellicce di cani e gatti.
  • Ordinanza del dicembre 2002, "Misure cautelari per la tutela dei cani e dei gatti".
  • Convenzione Europea di Strasburgo del 13 novembre 1987 sulla protezione degli animali da compagnia.
  • Articoli 86, 87 e 91 del Regolamento di Polizia Veterinaria inseriti nel decreto del Presidente della Repubblica numero 320 dell’8 febbraio 1954.

Sfatiamo il mito "animali=allergie"


Se pensavate che allevare un cane o un gatto in casa - con tutto lo spargimento di peli che ciò comporta - possa contribuire a fare insorgere le allergie nei bambini, prendete in considerazione i risultati di questo studio del Department of Public Health Sciences dell'Henry Ford Hospital di Detroit (Usa). I ricercatori, che hanno pubblicato il loro lavoro sulla rivista Clinical & Experimental Allergy, avrebbero scoperto che la probabilità di sviluppare un'allergia agli animali domestici potrebbe diminuire proprio con la vicinanza dei cuccioli nei primi mesi di vita.
La ricerca è stata condotta intervistando 565 diciottenni, una parte dei quali era cresciuto, nel primo anno di vita, con un cane o un gatto in casa. Cani e gatti sono stati considerati separatamente. Ecco i risultati. I bambini che avevano in casa un cane nel primo anno di vita hanno riscontrato metà delle probabilità di contrarre un'allergia ai cani all'età di 18 anni, rispetto a quelli che non avevano il cane. Anche la vicinanza di un gatto, sempre nel primo anno di vita, sembrerebbe comportare una minor probabilità di diventare allergici ai felini da adulti. L'esposizione agli animali domestici in altre fasce d'età non sembrerebbe invece avere effetti misurabili.

Link consigliato
Lifetime dog and cat exposure and dog- and cat-specific sensitization at age 18 years (i risultati dello studio, in inglese)

Idee per dare nuova vita ai vecchi denim

riciclo_jeans
Riciclo jeans - Resistente, versatile e diciamolo pure decisamente cool il denim è un tessuto facile da riutilizzare per creare una varietà infinita di oggetti. E allora se avete un po’ di tempo, voglia di dedicarvi ad una rilassante attività fai-da-te e soprattutto vi siete stancati di vedere rilegato, inutilizzato, in fondo all’armadio quel vecchio paio di jeans a cui un tempo tenevate tanto, perché non ridargli nuova vita e nuovo valore, realizzando altri oggetti da usare quotidianamente, diminuendo allo stesso tempo il vostro impatto sull’ambiente? E allora ecco 8 simpatiche idee per riciclare il vostro amato vecchio paio di jeans.

1. Sottobicchieri

sottobicchieri_jeans
Non sapete cucire? Non è un necessario per realizzare dei graziosi e utili sottobicchieri utilizzando il vecchio paio di denim, che per diversi motivi non potete più indossare, infatti basta un paio di forbici e un po’ di colla per tessuti. Un volta procurato il materiale che vi occorre, ritagliate gli orli delle gambe e arrotolateli avendo cura di passare un po’ di colla per tenerli ben saldi. E se volete dare un tocco di creatività potreste aggiungere ai bordi un simpatico nastro colorato, delle perline o piccoli strass. Per un lavoro fatto alla perfezione potete seguire le istruzioni sul blog di polkadotpineapple.
2. Pocket-magnete per il frigorifero
Da attaccare sul frigo, per avere sempre a portata di mano penna e bloc-notes, ecco una simpatica soluzione per riutilizzare le tasche di quel paio di jeans, che anche con tutti i possibili sforzi non riuscite più a indossare: le tasche magneti da frigo. Ecco cosa vi occorre e come procedere.
Materiale
tasche posteriori di un paio di jeans
colla a caldo
magnete
Istruzioni
Ritagliate le tasche e applicate, sul retro, utilizzando un po’ di colla a caldo, il magnete. Abbellite le tasche con un filo di merletto o con un nastro colorato e per finire attaccatele sul vostro frigo.
3. Giocattolo per cani
Denim-Dog-Toy
Quale miglior tessuto se non il jeans, per realizzare un giocattolo resistente da far mordicchiare al vostro fedele amico a quattro zampe? Come fare? Semplicissimo basta ritagliare la parte inferiore di una delle gambe di un vecchio paio di denim e tagliare ancora longitudinalmente su un lato. A questo punto arrotolate il tessuto e fate un bel nodo. Ed ecco che il vostro cane avrà un giocattolo nuovo nuovo da sgranocchiare.

4. Sacchetti porta oggetti
Per fare un po’ d’ordine in cucina, nel bagno o in qualsiasi altra stanza della vostra casa, potreste realizzare dei simpatici sacchetti, in cui riporre sporte della spesa, panni per la pulizia, piccoli oggetti, scarpe ecc. Prendete il jeans inutilizzato, tagliate una gamba a metà, e con l’aiuto di una macchina da cucire (se non l’avete potete procedere con ago e filo) cucitene il fondo. E ora sbizzarritevi a riempire i sacchetti, e terrete, in questo modo, più in ordine la vostra casa. Potreste aggiungere dei manici per appenderli.

5. Gonna jeans

Le mode passano e magari quel paio di jeans che anni fa amavate tanto, forse ha bisogno di una rivisitata e che ne dite di trasformarlo in una comoda gonna jeans facile e pratica da indossare? A differenza degli altri casi in questo però, è necessario avere qualche nozione di cucito o almeno disporre di una macchina per cucire. Una volta procurato il materiale, ovvero un paio di vecchi jeans, forbici e filo, basta seguire passo passo  il tutorial su Simplicity.com o se preferite quello di Instructables.com.

6. Borse e pochette

È possibile realizzare una varietà infinita di borse e pochette, utilizzando un paio di jeans usurato, troppo stretto o troppo largo, a seconda delle vostre capacità di cucito, del vostro tempo libero e soprattutto della vostra creatività.
Ad esempio se non siete proprio delle abili sarte, potreste facilmente realizzare una piccola borsetta tracolla riciclando ancora una volta una tasca posteriore del jeans, e utilizzare una vecchia collana di perle di bigiotteria oppure una cinta, per creare appunto la tracolla, attaccandola con un po’ di colla a caldo e personalizzandola a vostro piacere.
borsa_jeans
Mentre se siete delle sarte esperte, basta carpire qualche idea dalle infinite possibilità che il web ci offre, come ad esempio una simpatica borsetta creata utilizzando la parte superiore, dalla vita a inizio gamba, di un denim. Le istruzioni potrete trovarle su Craftbits.com.

7. Porta bevande

portatazza
Il bicchiere è troppo caldo e non riuscite a tenerlo in mano? La soluzione c’è. Tagliate un pezzo di tessuto da quel paio di jeans che non usate più, e prendendo la misura della circonferenza della tazza o del bicchiere, che solitamente usate, tagliatene una striscia dell’altezza di almeno 10cm. Rifinite i bordi e cucite insieme le due estremità. Ovviamente per realizzare questo comodo porta bevande, potreste riutilizzare qualsiasi avanzo di stoffa che avete in casa, ma il denim si presta in particolar modo grazie allo spessore del tessuto (qui le istruzioni passo passo)
8. Eco-case per iPhone o iPod
case-iphone
E per finire, per ridurre i consumi e riutilizzare creativamente quel paio di jeans dimenticato, invece di acquistare una nuova custodia per il vostro inseparabile iPhone, potreste crearla con le vostre mani.

mercoledì 14 marzo 2012

lettera privata

       
       "Mi mandi a dire che mi ami ancora ma quando credi che io non possa venire a saperlo parli male di me e cerchi di mettermi in cattiva luce per farmi rimanere sola.
      Quando ero con te non perdevi occasione per umiliarmi e farmi sentire una "cosa" piccola, spregevole ed inutile.
    Quando provavo ad allontanarmi da te mi rincorrevi dicendomi:"scusami, lo sai che dico quelle cose perchè ti amo".
      Oramai persa la speranza di recuperarmi ora sei carico di odio, e accecato come un toro nell'arena, calpesterai tutto e tutti pur di impedirmi di vivere, farmi soffrire, come stai soffrendo tu per colpa mia...eh già! perchè la colpa è sempre la mia...tu sei solo una povera "vittima"!!!
     A me non piace fare la vittima e combatterò per sempre per tenermi stretto il mio diritto a vivere serenamente. La serenità che tu avevi rimpiazzato con ansia, paura, depressione, insicurezza!!!
IO VOGLIO VIVERE E SENZA PAURA!!!"

violenza senza fine



1/3 In Italia, 1 stalker su 3 è recidivo. Un dato che dimostra come spesso denunciare non basta. Nel nostro Paese circa 1 persona su 5 ha subito atti persecutori. In maggioranza donne: 70%. E i cittadini dello Stivale come si comporterebbero in casi di questo genere? Il 57% di loro dichiara che si rivolgerebbe alle Forze dell’ordine. Sono alcuni dei dati dell’Osservatorio Nazionale Stalking.


Strage Brescia, l'assassino la perseguitava da mesi

Francesca Alleruzzo era terrorizzata, voleva andare dalla polizia

Brescia - Francesca Alleruzzo, la vittima predestinata del massacro di Brescia, e ex moglie del suo killer, viveva ormai nel terrore da mesi e mesi. La donna, 45 anni e separata da due, sapeva che l'ex marito avrebbe potuto arrivare a far del male a lei e alle loro figlie. Mario Albanese era a tutti gli effetti uno stalker: la controllava con telefonate, sms e minacce: "O mia o di nessun altro", continuava a ripeterle.

Convinta da una amica, Francesca aveva deciso di rivolgersi alla polizia, ma la denuncia non ha fatto in tempo a farla, avrebbe voluto fare chiedere al questore un ammonimento, un provvedimento, racconta il Corsera, per cercare di limitare gli atteggiamenti persecutori dell'ex marito. "Mi ha assicurato che l'avrebbe fatto", racconta l'amica.

Mario Albanese, era ormai ossessionato dal suo rapporto fallito tanto che qualche notte fa si era intrufolato in casa della ex, alle tre di mattina. La donna viveva letteralmente nel terrore. "Non ho mai cambiato la serratura di casa proprio per il timore che mi potesse uccidere", confidò a una amica. "Dei soldi non mi interessa niente, voglio soltanto essere lasciata in pace".
 
 
 

Napoli, stalker a 79 anni perseguita la ex di 70 anni

NAPOLI, 4 MAR – A Massa Lubrense, in provincia di Napoli, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato un 79enne del luogo, gia' noto alle forze dell'ordine, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Napoli per atti persecutori. In particolare l'uomo e' gravemente indiziato per il fatto che, all'inizio del 2010, dopo la fine di una breve relazione con una 70enne di Sorrento, l'ha minacciata e ingiuriata per mesi, spedendole anche delle lettere minatorie, per indurla a riprendere la relazione.
La donna, stanca delle continue minacce e persecuzioni dell'uomo, ha denunciato tutto ai carabinieri. L'arrestato e' stato accompagnato nella sua abitazione agli arresti domiciliari.



MILANO, 35ENNE PERSEGUITATA DA UNO STALKER. FRASI OSCENE SULL'AUTO


MILANO - L'ha solamente vista per strada ma per lui è diventata una 'fissazionè. E così dopo aver individuato dove lei la sera parcheggiava l'auto, con un pennarello indelebile ha cominciato a lasciare la sua firma sulla carrozzeria: frasi pesanti a sfondo sessuale. Fino a quando una notte ha sporcato cofano e parabrezza con liquido, si presume, seminale e sotto il tergicristallo le ha fatto trovare un biglietto scritto a mano con le solite parole inequivocabili. Per questo, dopo una serie di appostamenti notturni, a Milano, gli agenti del commissariato di porta Genova, hanno denunciato per stalking Marco M., commesso in un negozio di articoli sportivi di quarant'anni e incensurato. La vittima della persecuzione: una 35enne, che vive nella sua stessa zona, nei dintorni di Via Solari, impiegata nel marketing di un'azienda nel settore della moda. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'uomo avrebbe iniziato a 'perseguitarè la donna, semplicemente vista per la strada, a partire dal 18 febbraio scorso. Nessuna minaccia però, ma frasi a sfondo sessuale «volgari» e «molto pesanti» scritte durante la notte con un pennarello indelebile. Frasi, almeno sei o sette, che la 35enne ha fotografato e consegnato alla polizia quando il 28 febbraio, dopo essersi ritrovata la macchina imbrattata di liquido, pare seminale, e un bigliettino 'hot', ha sporto denuncia. Da qui gli appostamenti degli investigatori che, dopo aver individuato lo stalker, lo hanno interrogato e denunciato. E lui ha ammesso: quella donna era per lui diventata una «fissazione».


Quante storie simili troviamo ogni giorno sui rotocalchi??? le pene inflitte non sono a mio parere sufficienti per far desistere da tale intento i malfattori!!!


Nel Lazio sono oltre 2 milioni le donne che denunciano ogni anno fenomeni di “stalking”, atteggiamenti persecutori, appostamenti, attenzioni esasperate ed esasperanti che condizionano pesantemente la vita e le relazioni di chi è costretto a subirli. Il dato ancor più allarmante è che per il 50% delle donne che ha subito violenza fisica lo “stalking” ha rappresentato l’anticamera dell’evento più drammatico.

Si tratta di un fenomeno in crescita per il quale sono necessari provvedimenti diffusi e capillari, come suggerito dal “Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking” approvato dal Ministero per le pari opportunità già nel novembre 2010 per la prevenzione, l’informazione e il sostegno alle vittime.
La Regione Lazio ha recepito proprio in questi giorni le direttive ministeriali avviando l’iter per l’approvazione della proposta di legge - il cui primo firmatario è stato Claudio Bucci (Idv) -che prevede l’istituzione presso le Aziende Sanitarie Locali di centri anti-stalking dove saranno accolte sia le vittime che gli autori degli atteggiamenti persecutori per lavorare sul loro recupero. E’ prevista, inoltre, l’istituzione di un Osservatorio regionale per la consulenza, il monitoraggio, la promozione di studi, ricerche e campagne di informazione e sensibilizzazione, che provvederà anche a stipulare protocolli d’intesa con l’autorità giudiziaria e l’autorità di pubblica sicurezza per la definizione di interventi integrati.

Alessandra Mandarelli, presidente della Commissione Sanità, per rendere più efficace la proposta e in linea con le direttive del piano di rientro, suggerisce di affrontare comunque lo stalking nell’ambito della medicina territoriale, coinvolgendo anche i servizi già presenti e funzionanti nel distretto socio-sanitario, piuttosto che soltanto le Asl, preferendo, dunque, soluzioni domiciliari e ambulatoriali a trattamenti ospedalieri o prettamente sanitari.
E c’è già chi annuncia emendamenti: Lidia Nobili (Pdl) molto probabilmente proporrà un allargamento dei servizi antistalking anche in Comuni e Province, mentre Enzo Foschi (Pd) ha sollevato qualche preoccupazione per i costi, temendo uno stop in sede di commissione Bilancio. Per Isabella Rauti (Pdl) c’è comunione di idee con Giulia Rodano (Idv) sulla opportunità che l’Agenzia di sanità pubblica emani linee guida ad uso degli operatori per individuare correttamente i casi di stalking.

La materia è delicata e ricca di spunti sui quali riflettere, senza però lasciar passare ancora troppo tempo, vista la portata sociale di un fenomeno drammaticamente in espansione, come documentato dalla recente indagine dell’Osservatorio nazionale, che ha riscontrato su un campione di 800 studenti tra i 13 e i 17 anni che il 5% dei ragazzi ha tutte le caratteristiche per diventare un potenziale "stalker".

idee per riciclare creativamente

 

t-shirt_riciclo
Con il passare del tempo è facile accumulare magliette bucate, rovinate, sformate o che non metteremmo più semplicemente perché non ci stanno più bene. In questi casi, anziché buttarle via possiamo scegliere di riciclarle creativamente, dando loro una nuova vita. Già in passato vi avevamo dato qualche dritta da andare a ripescare con l'arrivo della bella stagione. Le idee tuttavia non si esauriscono mai, ed ecco qui altri suggerimenti su come riutilizzare le t-shirt che altrimenti buttereste via.
1) Una soluzione semplicissima consiste nel realizzare un giocattolo per i vostri amici di zampa. È sufficiente tagliare la maglietta (o più d’una) per ottenere strisce di tessuto uguali tra loro. La lunghezza può essere variabile e dipende della grandezza del vostro cane: tenete presente che comunque dovrebbero avere una lunghezza di almeno 20 centimetri per permettervi di creare il giocattolo. Unite le strisce di tessuto e legatele insieme ad un’estremità. Dopodiché dividetele in tre gruppi ed intrecciatele, come fareste con i capelli. Infine fissate anche l’altra estremità con un semplice nodo, stringendo bene. Ecco pronto un morbido osso di tessuto per la gioia della vostra bestiola!
2) Con le strisce di tessuto delle t-shirt potete creare anche degli originali bracciali, accessori morbidi e colorati per la bella stagione che si avvicina. Il procedimento è complicato a parole, ma molto semplice una volta compreso: lo spiega nel dettaglio Vanessa Christenson nel suo blog.
bracciale_t-shirt
Indispensabili sono lunghe striscioline di tessuto, un paio di forbici, buone mani e.. un po' di pazienza! A seconda di quante dita deciderete di usare, i braccialetti risulteranno più o meno spessi. Il braccialetto base si costruisce su due dita, procedendo così: innanzitutto procuratevi due striscioline di tessuto larghe più o meno un centimetro e lunghe intorno ai 60 cm e praticate un taglietto orizzontale di qualche millimetro ad una delle estremità di ognuna. Fate poi combaciare le due fessure e fateci passare l'estremità rimasta intatta di uno dei due scampoli, tirando dolcemente in modo ottenere un nodino di poco spessore che li unisca: ora disponete di una striscia di tessuto decisamente più lunga. A questo punto prendete in mano (vi consiglio di usare la destra) un'estremità trattenendo circa 5 cm con il pollice e facendo passare il tessuto dapprima dietro al dito anulare e poi davanti al mignolo; continuate arrotolandolo intorno al mignolo e passando dunque davanti all'anulare, avvolgendolo; infine passate nuovamente dietro e davanti al mignolo, avvolgendo in un'unica volta ambedue le dita. A questo punto non vi rimane che afferrare l'anellino inferiore del mignolo e farlo passare al di sopra del dito e dell'anello superiore, bloccandolo, e fare altrettanto con l'anulare. Proseguite avvolgendo nuovamente le due dita e ripetendo quest'ultima operazione finché non raggiungete la lunghezza desiderata (ricordatevi di tirare di tanto in tanto l'estremità rimasta libera, per verificare l'effettiva lunghezza del bracciale). Quando avrete raggiunto la dimensione desiderata, estraete con delicatezza i due anellini di tessuto alla base delle dita, tenendoli ben uniti in modo da non vanificare tutto il lavoro e legandoli poi con il tessuto avanzato. Infine unite le due estremità e legatele saldamente tra loro: ecco pronto il vostro braccialetto!
3) Sempre con le strisce di tessuto è facile realizzare una sciarpina primaverile.
t-shirt-sciarpina
Prendete la vostra maglietta, tagliate la cucitura alla base e procedete ritagliandola ripetutamente in senso orizzontale fino all'altezza delle maniche, in modo da ottenere tanti cerchi in tessuto. A quel punto sbarazzatevi delle cuciture: rimarrete con una piccola pila di strisce di stoffa colorata che allungherete una alla volta (eccetto una) facendo dilatare ed arricciare il tessuto su se stesso. A questo punto unite tutte le striscioline e legatene le estremità: otterrete una specie di morbida collana. Lo scampolo rimasto utlizzatelo per coprire il nodo, semplicemente arrotolandoglielo intorno e fissandolo in un punto nascosto con una cucitura. Più colori usate, più la vostra sciarpa/collana sarà originale!
4) Dalle magliette potete anche ricavare con grande facilità delle borse elastiche a maglie larghe, lavabili ed utilizzabili ad esempio per fare la spesa senza dover ricorrere alle borse in plastica. 
shopping-bag
La blogger Delia (qui) spiega nel dettaglio come fare; creare queste shopper è in realtà abbastanza semplice: basta ritagliare la forma desiderata nel tessuto della maglietta e fissare i bordi con una cucitura (preferibilmente avvolgente, per dare maggiore resistenza alla borsa), e procedere poi a tagliuzzare secondo un disegno regolare l’intera superficie, su ambo i lati. Ricordatevi di preservarela parte superiore della borsa, prevedendo anche una fessura più ampia per i manici e facendo attenzione a non rovinare le cuciture laterali! Con poche mosse potete creare shopper di dimensioni e colori vari, ottime da tenere in borsa e da estrarre all'occorrenza.
5) Se avete una maglietta a maniche lunghe che non indossate più perché sformata (ahimè, capita spesso a lungo andare), con l’aiuto di una macchina da cucire potete trasformarla in un bel cardigan coprispalle dai bordi arricciati in sei semplici mosse. 
cardigan_t-shirt
Per prima cosa, tagliate una fascia dalla parte inferiore della maglietta (n.2) e fate altrettanto con le estremità delle maniche (n.3). A questo punto disponete la maglietta su una superficie piatta, ripiegata in modo tale da avere le maniche al centro (una sopra ed una sotto); stendete bene la maglietta sulla superficie in modo da minimizzare il volume creato dalle maniche (n.4) e tagliate via la parte frontale (n.5), eventualmente tratteggiando prima l'area da ritagliare con una matita. Infine, allungate dolcemente i bordi in modo tale da far arricciare il tessuto elastico, e fissatelo con la cucitrice (n.6). Et voilà! Ecco un nuovo capo, pronto da indossare.
6) Da una maglietta a maniche lunghe ormai fuori moda potete anche ricavare un nuovo top alla moda: è sufficiente cominciare tagliando via le maniche e la parte al di sotto della cucitura del collo, eventualmente fissando i nuovi bordi con una cucitura di rinforzo. 
top
Aprite poi le maniche su un lato in modo da ottenere due pezzi di tessuto rettangolari, eliminandone le cuciture inferiori e fissandole all'estremità superiore del top su ambedue i lati, provvedendo con i debiti rinfozi ai bordi: si vestiranno come fasce ad avvolgere le spalle. L'ultimo passaggio consiste nell'unire le due fasce sul lato frontale, in modo da formare un balconcino arricciato sul petto. Con le strisce di tessuto rimaste a questo punto potete facilmente creare anche una fascia per capelli in tinta con la nuova maglietta, semplicemente unendo tante striscioline colorate in un'unica fascia composita.
7) E se con il tessuto di una maglietta colorata voleste cimentarvi nella creazione di un bikini? Rispolveriamo per l'occasione questo vecchio articolo dell'anno scorso. E per chi obietta che il tessuto delle magliette stenta ad asciugarsi, la risposta è: createne più d’uno, ed all'occorrenza avrete pronto il ricambio!

8) Se voleste cimentarvi nella creazione di qualcosa di più complicato, perché non utlizzare gli scampoli di tessuto per creare un tappetino? Il procedimento - per chi volesse cimentarsi, qui trovate tutti gli step - è un po' complicato e occorrono nozioni di uncinetto, non lo neghiamo.. ma volete mettere la soddisfazione?
tappetino
9) Infine, una soluzione per quelle magliette che rinunciate ad accantonare solo per il disegno che campeggia su di esse o perché i vostri amici vi hanno lasciato una dedica indelebile da cui non volete separarvi: ritagliate, incorniciate e fatene un quadretto, o perché no.. un bel collage!
Bene, vi sembrano tutte belle idee, ma la mancanza di tempo vi costringe a rimandare? Se siete intenzionati a dar sfogo alla creatività in un prossimo futuro.. non buttate via le magliette inutilizzate, ma ritagliatele in tante strisce e conservate il gomitolo di tessuto per le giornate in cui avrete tempo di dare sfogo alla vostra fantasia! E se proprio siete pigri e state scartando a priori la possibilità di mettere mano ad ago, filo, forbici ed ingegno.. allora non rimane che donarle a chi può averne bisogno!
Buon lavoro!

reciclo creativo

Critical Fashion 2012: la moda critica torna a sfilare a Fa' la cosa giusta!

critical_fashion_2012
Vintage, accessibilità, autoproduzione, ecco le parole d'ordine per la sezione fashion 2012 di Fa' la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, che torna puntuale a Milano il prossimo 30 marzo.
Parole d'ordine insieme a critical, naturalmente, che è il vero fil rouge con cui sono tessute tutte le proposte che la sezione moda offre ogni anno a migliaia di visitatori in cerca di un "outfit sostenibile" sotto tutti i punti di vista. Un modo di concepire la moda che - come tutti i bravi lettori di greenMe.it sanno - unisce la cura nella scelta dei materiali, la sostenibilità nel processo produttivo, l'approccio etico al lavoro e al rapporto con il consumatore, chiamato a essere partecipe consapevole, e non solo "indossatore".


Perché i capi e gli accessori di moda etica hanno sempre una storia da raccontare: storie che parlano di vecchi magazzini pieni di tessuti e oggetti da recuperare, di persone in situazioni di disagio che trovano nella sartoria un'occasione per ricominciare, di recupero di antiche tradizioni, di un design attento alle diversità e alle esigenze speciali di ognuno, e tanto altro ancora. Non dovete fare altro che ascoltarle, e Critical Fashion è un'ottima occasione per farlo.
Tra le proposte più interessanti di questa nona edizione ci sono sicuramente gli accessori vintage - così torniamo anche alle nostre parole chiave - di La Tilde: da vecchie cravatte a meccaniche di orologi, da monete fuori corso a cucchiaini da tè della nonna, fino alle cornette del telefono di una volta, non c'è oggetto che le designer di La Tilde non abbiano utilizzato per reinventare borse, collane e accessori dall'immediato effetto memoria.
La "phone bag "è certamente la più curiosa tra le proposte della collezione: definita "la borsa che si fa sentire", è decorata con elementi di vecchi telefoni e di certo non può passare inosservata. E se avete le spalle abbastanza forti, potete osare anche la versione con la cornetta-tracolla.
phone bag
Se vi stuzzica la sorpresa e l'inusuale accostamento di tessuti recuperati e oggetti reinventati, tra gli oltre 50 espositori di Critical Fashion troverete pane per i vostri denti: dalle proposte 100% Recycle di Ecologina ai gioielli della Collezione Riciclo di Patrizia Corvaglia, fino ai progetti di di Made in Mage, che porta in fiera sette tra le esperienze più significative di moda e design fondate sul riuso e sul riciclo creativo.
ecologina
[un modello Primavera-Estate 2012 di Ecologina]
artedì
[collana in metallo e camera d'aria di Artedì, espositore all'interno di Made in Mage] 
nicoletta fasano
[un modello Autunno-Inverno 2011 di Nicoletta Fasani, espositore dello spazio Made in Mage]
Accessibilità è un'altra delle parole chiave di Critical Fashion 2012: e non si tratta di una questione di costi (anche se molte delle proposte saranno a portata di ogni tipo di tasca), quanto piuttosto di offrire una linea di moda che allo stile e alla qualità unisca la possibilità di essere indossata comodamente anche da persone con disabilità fisiche: questo è il progetto di Free Shore, clothing without barriers, che propone ad esempio jeans con allacciature sul fianco o sul davanti per apparecchi gessati o tutori, zip nascoste o bottoni supplementari, camicie con la parte posteriore più lunga per chi passa la maggior parte del tempo seduto su una carrozzina, felpe totalmente apribili per chi ha ridotta mobilità degli arti superiori.
Se cercate un altro modo per indossare sempre qualcosa che vi rappresenti e che si adatti perfettamente alle vostre esigenze, potete sempre cimentarvi nell'autoproduzione. Certo, non diventerete stilisti nel giro di tre giorni, ma cominciare a mettersi alla prova, e scoprire che tutto sommato non si è così male con il "fai da te", potrebbe essere un primo passo.
Se la cosa vi tenta, Fa' la cosa giusta! vi offre diverse occasioni per provare: la trasformazione di vecchie camicie da uomo, con il laboratorio "Reshirt-Upcycle", o il più "classico" lavoro a maglia con il Knit café. La preziosa e antica arte del telaio viene reinterpretata da Sibilla Potenza e Cartaelatte che propongono l'utilizzo di materiali di riciclo; se invece vi tenta l'accessorio, provate a creare piccoli gioielli lavorando il metallo con Let's Fold, o scoprite la tradizione giapponese dell'Omiyage, preparazione di piccole borse e contenitori da regalare ai più cari amici.
Vi abbiamo convinti? Per orari, date e modalità di partecipazione, non dovete fare altro che consultare il programma ufficiale.
E tra un corso e una prova d'abito, non dimenticatevi di passarci a trovare. Noi di greenMe.it quest'anno siamo presenti non solo con lo stand, ma soprattutto con i nostri workshop dedicati all'autoproduzione - visto che siamo in tema - di saponi e cosmetici naturali per viso e corpo.
Perché ammettiamolo: niente è più fashion dell'indossare una bellissima pelle, eticamente e sostenibilmente curata!
 

Quanti capi d'abbigliamento teniamo chiusi dentro ad i nostri armadi??? capi che non usiamo più da tanto tempo ma che non abbiamo il coraggio di buttar via perchè ci piace il colore, il tessuto o semplicemente custodiscono ricordi a noi cari...e in un periodo di grave crisi come quella che viviamo oggi, un pò come accadeva nel dopoguerra, non si dovrebbe buttare via nulla! si può rinnovare, rimettere a modello, rendere moderno e originale un vecchio capo d'abbigliamento. comunque teniamo presente che la moda torna sempre! vi è mai capitato di guardare una nuova collezione dello stilista più in auge e di veder sfilare un capo d'abbigliamento che "anche io avevo quel capo nel mio armadio ma l'ho gettato via perchè fuori moda"? basta poco per modificare i nostri capi...ad esempio:
http://www.youtube.com/watch?v=5DOZKkQVUdY
http://www.youtube.com/watch?v=fissiggqhEg&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=bGht7N0B-_4&feature=related
questi sono solo alcuni semplicissimi spunti...basta un pò di fantasia e buon gusto!!!

lunedì 12 marzo 2012

RISO PATATE E COZZE

Buon appetito!
Chi va in puglia non può assolutamente perdersi la famosissima “TIELLA” di patate, riso e cozze.
Vediamo come si prepara:
Ingredienti
  • - 400 gr di riso
  • - 1 kg di cozze
  • - 1 kg di patate
  • - 200 gr di pomodorini
  • - 1 spicchio d’aglio
    - una cipolla tagliata a fette
    - 1 mazzetto di prezzemolo tritato
    - olio a piacere
    - formaggio grattugiato, sale e pepe q. b.
Preparazione
In una teglia fare un letto di fette di patate, irrorare con un filo d’olio ed aggiungere i pomodorini tagliati a metà qualche fetta di cipolla, formaggio sale e pepe.
Fare un secondo strato di cozze, precedentemente aperte in padella (se preferite potete anche sgusciarle). Condire con prezzemolo aglio a olio.
Cospargere con il riso crudo cercando di coprire tutte le cozze, versare un po’ d’olio le rimanenti fette di cipolla, formaggio sale e pepe.
Preparare un ultimo strato di patate e condire come sopra.
Riempire la teglia con acqua fino a superare di poco il contenuto.
Cuocete per circa un’ora a 180°C.

"sesso forte"

La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione.

Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. E il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici: vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio .
Da diverse ricerche emerge che la violenza di genere si esprime su donne e minori in vari modi ed in tutti i paesi del mondo. Esiste la violenza domestica esercitata soprattutto nell'ambito familiare o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali, delitti d'onore, uxoricidi passionali o premeditati. I bambini, gli adolescenti, ma in primo luogo le bambine e le ragazze adolescenti sono sottoposte all'incesto.
Le donne sono esposte nei luoghi pubblici e sul posto di lavoro a molestie ed abusi sessuali, a stupri e a ricatti sessuali. In particolare verso le lesbiche sono agiti i cosiddetti "stupri correttivi". In molti paesi le ragazze giovani sono vittime di matrimoni coatti, matrimoni riparatori e/o costrette alla schiavitù sessuale, mentre altre vengono indotte alla prostituzione forzata e/o sono vittime di tratta. Altre forme di violenza sono le mutilazioni genitali femminili o altri tipi di mutilazioni come in un recente passato le fasciature dei piedi, le cosiddette "dowry death" (morte a causa della dote), l'uso dell'acido per sfigurare, lo stupro di guerra ed etnico.
Va citato il femminicidio che in alcuni paesi, come in India e in Cina, si concretizza nell'aborto selettivo (le donne vengono indotte a partorire solo figli maschi, perché più riconosciuti e accettati socialmente) mentre in altri addirittura nell'uccisione sistematica di individui adulti. Esistono infine violenze relative alla riproduzione (aborto forzato, sterilizzazione forzata, contraccezione negata, gravidanza forzata).

ma perchè tutto questo accanimento su donne e minori??? saremo il sesso debole...ma chi infierisce in questo modo sulle categorie cosiddette "deboli" fa davvero parte del sesso forte??? sesso forte con chi??? solo con chi non è in grado di reagire e di contrastare i loro sopprusi!  VERGOGNATEVI!!!  Sesso forte ma de che???

Non è ammissibile che ancora oggi si parli di sesso debole e sesso forte! ma chiedo a questi illustri "uomini" cosa si prova a togliere la vita ad una donna che i suoi figli non potranno più chiamare mamma...i suoi genitori non potranno più chiamare figlia...un corpo inanime che in tanti piangeranno...una vita stroncata così come tutti i suoi sogni, i suoi progetti...chi sei tu per decidere tutto questo???

poi quando si trovano davanti ad un giudice si appellano all'infermità mentale....ed eccolo qui il sesso forte!!!